giovedì 31 gennaio 2013

Piazza delle Erbe



Oggi la protagonista indiscussa del mio post è Piazze delle Erbe!!! 
Per noi bellunesi è la piazza più bella e importante della città. Sede giornaliera del “carissimo” mercato della frutta e della verdura, e della fontana più antica di Belluno.

Questo piccolo e grazioso spazio tra gli antichi palazzi, in epoca medioevale, era diventato un importante luogo d’affari per la città, qui avvenivano scambi di merci, si facevano accordi, patti e si impegnavano i propri beni in cambio di denaro al Monte di Pietà. 
Questo autorevole palazzo venne costruito nel 1501 e  ancora oggi lo possiamo ammirare con il suo imponente portale con liste di ferro e con le sue meravigliose sale affrescate. Al suo interno è ospitata una splendida biblioteca dedicata interamente alla montagna, voluta dalla Fondazione Angelini.
Nel piano terra del palazzo vi è anche una piccola chiesetta, che non sempre è aperta  dove è possibile ammirare delle incantevoli opere di A. Brustolon e L. Ridolfi.

Tutta la piazza è circondata da un grazioso porticato da dove si affacciano dei bellissimi palazzi gotico – rinascimentali, come la Casa Miari (a nord della piazza) con il delizioso portico affrescato e il Palazzo della famiglia Costantini costruito nel 1550, sito sopra la Loggia dei Ghibellini, sostenuta da archi a tutto sesto; importante spazio, utilizzato in epoca medioevale per le pubbliche riunioni.

Se poi volete ammirare la piazza e nel frattempo gustarvi un buon caffè ed un ottimo pasticcino, allora non vi resta che sedervi alla Pasticceria Bellunese, da qui potrete  rilassarvi e contemplare gli antichi palazzi che vi circondano.

martedì 15 gennaio 2013

Itinerario Dino Buzzati



Oggi sistemando la libreria mi è giunto tra le mani uno dei primi libri che ho letto da piccola: “Il Segreto del Bosco Vecchio” di Dino Buzzati. All’epoca sapevo a malapena chi fosse questo grande scrittore che aveva avuto la capacità di tenermi concentrata e assorta su uno dei suoi più grandi capolavori letterari senza farmi annoiare. 
Oggi quindi voglio ricordarlo condividendo con voi un itinerario che egli era consueto fare e che gli diede l'ispirazione per comporre la bellissima novella "I Miracoli di Valmorel".

Nell’opera, ad un tempo pittorica e narrativa, l’artista dipinse i finti miracoli compiuti da Santa Rita, un cui ipotetico capitello sarebbe esistito, secondo Buzzati, in Valmorel. Il volume che raccoglie i dipinti è preceduto da una spiegazione che narra la fantasiosa storia di quando egli, prima della Seconda Guerra Mondiale, avesse per caso scoperto l’esistenza del piccolo santuario e del suo strano, quanto fantomatico, custode Toni Della Santa, cui, nella finzione, sono attribuiti gli ex voto.
Questi stessi segni della fede e della devozione popolare sono ancora visibili in questi luoghi.

È indubbiamente un tragitto molto suggestivo con meravigliosi scorci su tutta la Valbelluna , e sugli imponenti gruppi dolomitici, in particolar modo sulla Schiara e sul Serva.

Villa Buzzati
Il punto di partenza è la località di San Pellegrino, alle porte di Belluno, dove sorge la villa della famiglia Buzzati. Luogo simbolo nella vita dello scrittore che, pur vivendo a Milano, amava trascorrervi i mesi estivi della “villeggiatura”.
La villa, ancor oggi abitata da discendenti della famiglia Buzzati, rappresenta un significativo esempio di residenza di campagna di tipo “romantico”, svincolata dalle caratteristiche delle tradizionali ville venete. L’attuale aspetto deriva proprio dalle ristrutturazioni avvenute a più riprese nel XIX secolo ad opera della famiglia Buzzati.
La proprietà, che fino a pochi anni fa rimaneva chiusa per gran parte dell’anno, oggi ospita un confortevole Bed&Breakfast con due stanze da letto, gestito dalla pronipote di Buzzati, sempre pronta a raccontare aneddoti e storie antiche.

Santuario Madonna di Parè
L’itinerario continua per la strada provinciale n.1, fino a Giaon di Limana dove si può parcheggiare l’auto (volendo è possibile fare questo tratto a piedi lungo le varie stradine di campagna che si snodano tra Belluno e Limana). Seguendo la segnaletica della via Crucis  che si inerpica a zig zag attraverso il bosco, in breve tempo si raggiunge il grazioso Santuario della Madonna di Parè.

Sull’altura di fronte alla Madonna di Parè si possono vedere delle tracce significative di un sito

fortificato. Sono apparsi diversi reperti databili al sesto-ottavo secolo. La sommità della collina è circondata da grossi massi erratici, che costituiscono un sistema di difesa naturale; in epoca altomedievale queste rocce furono raccordate con muretti, in parte ancora visibili e in parte intuibili sotto il manto erboso. Si creò così un area fortificata, i cui settori ovest e nord erano facilmente difendibili dominando dall’alto il pendio verso la piana di Giaon.
Proseguendo in direzione Valmorel si giunge all’antico capitello delle Laste, ispiratore di racconti di Buzzati. Negli immediati dintorni c’è S. Pietro in Tuba, la posizione del colle ne fa da sempre un punto di controllo sulla Val Belluna e su alcune valli laterali, rapide vie di collegamento fra pianura veneta e regione alpina.
Il sito era frequentato anche in epoca romana, e intorno alla metà del sesto secolo, nel convulso periodo fra tarda antichità e alto medioevo, i Goti o i Bizantini vi costruirono un castello, parte del sistema difensivo della Valbelluna.

La nostra passeggiata prosegue fino al sacello dedicato a Santa Rita. A questo piccolo
Capitello di Santa Rita
santuario si riferivano i trentanove quadretti ex-voto che lo scrittore stesso aveva dipinto,
raffigurando altrettanti fantasiosi miracoli operati dalla santa. Il capitello fu costruito dopo la
pubblicazione del libro “I miracoli di Val Morel” quando lo studioso bellunese Alpago Novello suggerì al parroco di Limana di tradurre in realtà quanto immaginato da Buzzati. L’idea entusiasmò lo scrittore stesso, che volle dare il suo personale contributo dipingendo il quadro successivamente esposto nel sacello.
La conclusione dell’itinerario porta alla Valpiana di Valmorel. Qui sotto a un maestoso tiglio Dino Buzzati sostava a meditare e a contemplare il suggestivo panorama sulla Valbelluna, la sua più autentica musa ispiratrice


mercoledì 9 gennaio 2013

Ciaspolando




Dopo panettoni, cotechini, dolci e dolcetti, di Natale, di Capodanno e  della Befana mi sa che una bella camminata sulla neve fresca è quello che ci vuole per smaltire quelle due o tremila calorie accumulate durante queste vacanze.
Ho scelto il Comelico come meta della mia passeggiata con le ciaspole, per vari motivi…per prima cosa è una vallata paesaggisticamente suggestiva, composta da immensi boschi di abeti alternati da ampi prati che d’inverno si coprono di una candida coltre di neve. In più è una valle ancora poco conosciuta dal grande turismo di massa, è quindi possibile godere della pace e della tranquillità che la natura offre.
La scelta del percorso non è stata semplice, queste zone offrono una moltitudine di itinerari, per tutti i gusti e soprattutto per vari gradi di difficoltà!!!
Dopo varie opzioni ho scelto “Il giro delle malghe” per smaltire i miei chiletti natalizi…anche se la guida sottolinea con grande soddisfazione che tutte le malghe che si snodano lungo il percorso sono aperte durante il periodo invernale…quindi mi sa che le calorie che entreranno nel mio corpo saranno molte di più di quelle che usciranno!!!

Il percorso è molto bello, ha inizio dal Passo Monte Croce e si snoda lungo una pista battuta che attraversa i docili ed ondulati pendii nella zona delle malghe. Come sfondo, in netta contrapposizione, troviamo gli imponenti profili delle Dolomiti di Sesto che fanno da cornice a questo incantevole panorama.
Raggiunta Malga Coltrondo ho potuto ammirare il panorama più suggestivo dell’intera giornata: una visione mozzafiato sul Gruppo del Popera, la Croda Rossa di Sesto e sull’Alta Val Padola accompagnata da un buon bicchiere di vino rosso e del salame nostrano!
Terminato il breve spuntino ho raggiunto anche l’ultima malga, la Casera Rinfreddo, il cui nome deriva dal ruscello che scorre nelle vicinanze. Senza sosta ho proseguito lungo la radura del Lago dei Rospi, fino a raggiungere la mulattiera che scende dall’ Alpe di Némes che a sua volta mi ha portato al punto di partenza sul Passo Montecroce.

Partenza: Passo Monte Croce
Arrivo: Passo Monte Croce
Percorso: Passo Monte Croce – Rifugio Alpe di Némes – Malga di Coltrondo – Malga di Rinfreddo
Durata: 4 ore
Difficoltà: Facile
Dislivello: 400 mt circa
Periodo consigliato: da Dicembre ad Aprile

Mi sento proprio soddisfatta di questa piacevole e semplice passeggiata, da consigliare proprio a tutti!!! =)





Mi sento proprio soddisfatta di questa piacevole e semplice passeggiata, da consigliare proprio a tutti!!! =)