martedì 15 gennaio 2013

Itinerario Dino Buzzati



Oggi sistemando la libreria mi è giunto tra le mani uno dei primi libri che ho letto da piccola: “Il Segreto del Bosco Vecchio” di Dino Buzzati. All’epoca sapevo a malapena chi fosse questo grande scrittore che aveva avuto la capacità di tenermi concentrata e assorta su uno dei suoi più grandi capolavori letterari senza farmi annoiare. 
Oggi quindi voglio ricordarlo condividendo con voi un itinerario che egli era consueto fare e che gli diede l'ispirazione per comporre la bellissima novella "I Miracoli di Valmorel".

Nell’opera, ad un tempo pittorica e narrativa, l’artista dipinse i finti miracoli compiuti da Santa Rita, un cui ipotetico capitello sarebbe esistito, secondo Buzzati, in Valmorel. Il volume che raccoglie i dipinti è preceduto da una spiegazione che narra la fantasiosa storia di quando egli, prima della Seconda Guerra Mondiale, avesse per caso scoperto l’esistenza del piccolo santuario e del suo strano, quanto fantomatico, custode Toni Della Santa, cui, nella finzione, sono attribuiti gli ex voto.
Questi stessi segni della fede e della devozione popolare sono ancora visibili in questi luoghi.

È indubbiamente un tragitto molto suggestivo con meravigliosi scorci su tutta la Valbelluna , e sugli imponenti gruppi dolomitici, in particolar modo sulla Schiara e sul Serva.

Villa Buzzati
Il punto di partenza è la località di San Pellegrino, alle porte di Belluno, dove sorge la villa della famiglia Buzzati. Luogo simbolo nella vita dello scrittore che, pur vivendo a Milano, amava trascorrervi i mesi estivi della “villeggiatura”.
La villa, ancor oggi abitata da discendenti della famiglia Buzzati, rappresenta un significativo esempio di residenza di campagna di tipo “romantico”, svincolata dalle caratteristiche delle tradizionali ville venete. L’attuale aspetto deriva proprio dalle ristrutturazioni avvenute a più riprese nel XIX secolo ad opera della famiglia Buzzati.
La proprietà, che fino a pochi anni fa rimaneva chiusa per gran parte dell’anno, oggi ospita un confortevole Bed&Breakfast con due stanze da letto, gestito dalla pronipote di Buzzati, sempre pronta a raccontare aneddoti e storie antiche.

Santuario Madonna di Parè
L’itinerario continua per la strada provinciale n.1, fino a Giaon di Limana dove si può parcheggiare l’auto (volendo è possibile fare questo tratto a piedi lungo le varie stradine di campagna che si snodano tra Belluno e Limana). Seguendo la segnaletica della via Crucis  che si inerpica a zig zag attraverso il bosco, in breve tempo si raggiunge il grazioso Santuario della Madonna di Parè.

Sull’altura di fronte alla Madonna di Parè si possono vedere delle tracce significative di un sito

fortificato. Sono apparsi diversi reperti databili al sesto-ottavo secolo. La sommità della collina è circondata da grossi massi erratici, che costituiscono un sistema di difesa naturale; in epoca altomedievale queste rocce furono raccordate con muretti, in parte ancora visibili e in parte intuibili sotto il manto erboso. Si creò così un area fortificata, i cui settori ovest e nord erano facilmente difendibili dominando dall’alto il pendio verso la piana di Giaon.
Proseguendo in direzione Valmorel si giunge all’antico capitello delle Laste, ispiratore di racconti di Buzzati. Negli immediati dintorni c’è S. Pietro in Tuba, la posizione del colle ne fa da sempre un punto di controllo sulla Val Belluna e su alcune valli laterali, rapide vie di collegamento fra pianura veneta e regione alpina.
Il sito era frequentato anche in epoca romana, e intorno alla metà del sesto secolo, nel convulso periodo fra tarda antichità e alto medioevo, i Goti o i Bizantini vi costruirono un castello, parte del sistema difensivo della Valbelluna.

La nostra passeggiata prosegue fino al sacello dedicato a Santa Rita. A questo piccolo
Capitello di Santa Rita
santuario si riferivano i trentanove quadretti ex-voto che lo scrittore stesso aveva dipinto,
raffigurando altrettanti fantasiosi miracoli operati dalla santa. Il capitello fu costruito dopo la
pubblicazione del libro “I miracoli di Val Morel” quando lo studioso bellunese Alpago Novello suggerì al parroco di Limana di tradurre in realtà quanto immaginato da Buzzati. L’idea entusiasmò lo scrittore stesso, che volle dare il suo personale contributo dipingendo il quadro successivamente esposto nel sacello.
La conclusione dell’itinerario porta alla Valpiana di Valmorel. Qui sotto a un maestoso tiglio Dino Buzzati sostava a meditare e a contemplare il suggestivo panorama sulla Valbelluna, la sua più autentica musa ispiratrice


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